Il 29 settembre 2024, festa degli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, per le edizioni CAMELIA è uscito  il libro:

Sotto lo stendardo di San Michele,
Santi e beati protetti dal Principe degli Angeli
,
scritto dal prof. Vincenzo Comodo, con la Prefazione di S.E. Cardinal Angelo Comastri.

Tra le tante figure di santi e beati che hanno avuto un rapporto privilegiato con San Michele, il prof. Comodo ha voluto inserire la nostra Antonietta, augurandole quindi il riconoscimento di beata che tutti auspichiamo.

Riportiamo qui il testo dell’autore:

 

Antonietta De Vitis
23 agosto 1936, Nociglia (Italia) – 19 giugno 2004, Nociglia (Italia)

Un’altra mistica che ha svolto il proprio apostolato dal letto è stata Antonietta De Vitis. Come Luisa Piccarreta e Marthe Robin, anche lei, a un certo punto della sua esistenza (dal 1950), non mangiò e non bévve più nulla. Era tenuta in vita unicamente dall’eucaristia.

Per arrivare a questo stadio di santità – perché di tale condizione si tratta -, compì un percorso di avvicinamento a Dio, che sbocciò all’età di quattordici anni, quando si offri vittima al Signore, per il bene della Chiesa, del Papa, dei sacerdoti e di tutte le persone consacrate.

E così cominciò il suo calvario: accettò, con gioia, tutta una serie di sofferenze e malattie. Tra cui, tubercolosi, emorragie, cecità e altre ancora. E Gesù volle ricompensarla per questa sua offerta sacrificale, facendole dono delle stimmate, che da invisibili diventarono visibili. Questo nel 1972. Logicamente, le concesse di partecipare alla sua Passione.

Il tutto nella più totale discrezione. Scandendo le sue giornate con la preghiera.  Stando lontana da ogni ribalta. Infatti, vedeva soltanto quegli amici che erano ammessi nella sua stanza. Come, ad esempio, le sue guide spirituali. In successione, Padre Colombano Luciani e Padre Candido Sallustio, cappuccini.

Non a caso, Antonietta, il 9 aprile 1970, diventò Terziaria Francescana.

Ebbe, altresì, numerosissime visioni, di cui parlò abbondantemente nei suoi manoscritti  Diari e Meditazioni. Vedeva spesso Gesù, Maria (che chiamava Mammina). Poi, San Giovanni Battista, San Francesco d’Assisi (che chiamava Checco), Sant’Antonio di Padova, Santa Veronica Giuliani, San Giovanni Maria Vianney, San Pio da Pietrelcina, Santa Clelia Barbieri, Maria Valtorta. Ma anche il suo Angelo custode. Gli Arcangeli Gabriele, Raffaele e Michele.

Con quest’ultimo, aveva un rapporto molto stretto. Lo invocava ogni volta che  subiva le vessazioni e le percosse di Satana. Infatti, quando il demonio l’attaccava o appena si accorgeva che le si era presentato sotto mentite spoglie, invocava prontamente il Segretario di Dio, urlando espressioni del tipo «San Michele, aiutami!», «San Michele, liberami!» E subito dopo recitava questa giaculatoria: «San Michele Arcangelo, con la tua luce illuminami, con le tue ali proteggimi, con la tua spada difendimi»

Antonietta, comunque, è vero che veniva picchiata, tentata e impaurita dal diavolo (che lei chiamava “frugone”); e che, dunque, da lui incassava ogni genere di tormenti (una notte, peraltro, gli stessi Gesù e San Michele la rimisero a letto, dopo che era stata trascinata e malmenata nel corridoio).

È altrettanto vero, però, che, grazie alla sua brillante testimonianza di fede, in tantissimi si riavvicinarono a Dio o si convertirono. In tale maniera, quest’umile serva del Signore combatteva il nemico infernale. E, per suggellare il suo valore mostrato nelle battaglie contro le truppe oscure, San Michele le donò una spada.

Tale “consegna” la rinnovò in varie occasioni. In una, per di più – datata 16 ottobre 1989 -, oltre a darle la spada, le pose il suo elmo sul capo. Quella volta erano presenti anche Gesù, la Vergine Maria, San Francesco d’Assisi e San Pio da Pietrelcina.

La “guerriera” raccontò così quei momenti: «San Michele era vestito con l’elmo, che poi si è tolto, come pure la spada; e mi ha messo l’elmo in testa e la spada ai fianchi.

Questo non l’aveva fatto mai […]. Quanto pesava la spada! […]. Era molto pesante, ma il Signore mi disse che dovevo difendere»

E sempre a proposito della spada del Condottiero delle Milizie Celesti, Antonietta narrò un aneddoto molto simpatico, accaduto il 28 settembre 1991. Il seguente: «Il Signore e la Madonna sono venuti e mi hanno portato nei giardini del Cielo. Lì ad attendermi c’era San Francesco. Poi, ho visto San Michele che sfoderava la spada e ho avuto paura, perché pensavo che volesse colpirmi. Dopo, invece, si è messo a ridere e mi ha detto che era la spada che mi difendeva fino alla fine». Risero anche gli Arcangeli Gabriele e Raffaele, che erano vicino a Lui.

Ad ogni modo, della protezione che le dava Michele, ebbe pure assicurazioni da Gesù. A tale protezione, peraltro, si aggiungeva quella fornita dai medesimi Gabriele e Raffaele. Senza il loro sostegno – chiarì il Salvatore -, Antonietta non avrebbe potuto reggere

Quella, però, non fu la prima circostanza in cui Antonietta stette con i tre Arcangeli. Infatti, le furono presentati da Gesù tempo addietro, esattamente il 29 settembre 1986, giorno della loro memoria liturgica.

Descrivendo quell’incontro, riporta: «Gesù mi ha presentato per primo San Michele. Quando l’ho visto, l’ho riconosciuto, perché aveva la spada, le ali e l’elmo. Mi sono spaventata un po’, perché non avevo molta confidenza, ma, nello stesso tempo, ho detto: *Mi raccomando, non tenga per sé quella spada, ma cerchi di usarla, perché ce n’è bisogno, per difendere non solo me, ma anche l’umanità dalle insidie del nemico”. Mi ha guardato e mi ha detto: “Lo sai che ti proteggo sempre, altrimenti non saresti qui”

Vedevo la spada che luccicava molto, l’elmo, la corazza, una fascia […]. Poi, mi ha presentato Gabriele: “Questo è Gabriele che diede l’annuncio a Mammina. [E proseguendo] questo è Raffaele, Medicina di Dio, addetto alle guarigioni”. Ho detto: “Allora, puoi guarire anche me?”. Si sono messi a ridere e Gesù mi ha risposto; “Non sei nata per essere guarita, ma per soffrire e non ci sono cure che possano guarirti”. ‘. Dopodiché, mi hanno benedetta».

Sempre nel giorno della loro festa, qualche anno dopo, nel 1993, li reincontrò in Paradiso, dove venne portata ancora da Gesù. In tale occasione, Michele le riaffidò la spada, Gabriele le consegnò un rotolo di carta, tipo papiro, e Raffaele le diede una ciotola, per risanare i malati!

Infine, nella stessa ricorrenza liturgica del 1996, Gesù, indicando loro, si lamentò con lei, perché molti non credono nell’esistenza degli angeli. Perciò, la incaricò di ricordare a tutti che ogni persona ha un Angelo custode. E Michele, prendendo la parola, le disse: «Tieni la spada, difendi l’umanità. Ecco la fedeltà»

Oltre a questi doni, Antonietta ricevette un premio speciale: quello di poter riabbracciare in Paradiso i suoi genitori, Raffaele e Addolorata Carlucci. Le venne anche mostrato il momento del trapasso del suo papà. Con San Gabriele che, da un lato, lo teneva per una mano e San Michele che, dall’altro, brandiva la sua spada.

San Michele, poi, lo rivide spessissimo. Sia in terra, sia in Cielo. Una volta, sempre in Paradiso, ricevette il suo abbraccio assieme a quello di Gesù, dopo che Gesù stesso la portò nel luogo del deserto in cui fu tentato dal diavolo. Allora, San Michele le disse che era piccola, ma abbastanza forte per affrontare grandissime tentazioni, E si compiacque con lei

Lo vide, di nuovo, accanto al corpo esanime di Padre Pio, il giorno dei suoi funerali. Le era stato concesso di partecipare in spirito alle esequie del santo. Riferi: «C’erano l’Angelo custode alla destra della sua bara, la Madonna dall’altra parte, San Francesco a capo e San Michele Arcangelo che lo attorniava con tanti Angeli».

Antonietta, tuttavia, oltre a rivelare le esperienze soprannaturali che visse, ci ha dato pure delle dritte per combattere il demonio. Queste: sforzarsi di attuare gli insegnamenti del Vangelo; pregare molto, soprattutto il Rosario; cercare il più possibile «di fare quanto bene si può, perché siamo umani, abbiamo le nostre debolezze»

Inoltre, ha fatto presente che quando siamo in tentazione, «dobbiamo chiedere al Signore che ci dia forza. Preghiamo San Michele Arcangelo – ha caldeggiato -, invochiamo la Spirito Santo e questo ci salverà dagli ostacoli e dal maligno, dalla sua bava maledetta che versa su tutte le anime che son deboli»

Dunque, per riuscire in questo intento, dobbiamo affidarci pure al Principe degli Angeli. Come lei ha fatto, durante tutta la sua vita trascorsa a Nociglia, nel cui cimitero è sepolta.

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